Covid19 Chronicle
Caro diario,
ti scrivo perché sento un certo bisogno di liberare dello spazio nella mia mente e ho scelto il nome Covid19 Chronicle come nome di categoria di questi articoli.
Pensa che ho creato un piccolo logo e ho riscoperto il piacere di creare delle vignette per descrivere alcune situazioni, che dici sarà la pandemia?
Negli anni passati di crisi, ho fatto mio un concetto fondamentale, te lo riporto con parole semplici per come l’ho compreso:
“un problema non si risolve continuando ad osservarlo, ma facendosi le domande giuste”
Ed ecco che il 2020 inizia con un grosso problema da affrontare e non solo per me perché il problema coinvolge tutti gli abitanti di questo mondo.
Quindi la domanda dovrebbe essere: come ne usciamo o come sarà la vita quando lo faremo?.
Per ora si è pensato solo a come cercare di fermare questo contagio ma… Stop! … scusa caro diario, sto correndo un pò troppo, forse è meglio se ti spiego cosa è successo e di cosa sto parlando.
2020 e Covid19 Chronicle
Sembrava fosse un anno speciale, da un certo punto di vista non si puó negare che lo sia ugualmente, comunque stiano andando le cose.
Le premesse erano altre però, perché dopo anni duri causati dalla recessione iniziata nel 2008, mi sentivo fiducioso, come si suol dire, di aver intravisto una luce in fondo al tunnel, e questa luce pareva sempre più vicina.
Le difficoltà economiche degli ultimi 10 anni sembravano in via di risoluzione, la via per sanare gli ultimi debiti appariva quasi chiara.
Gennaio 2020 iniziava bene anche per i Kristallwald, la band di cui faccio parte, perché il 3 Gennaio inauguravamo l’anno nuovo con il primo concerto, primo di una serie o almeno così speravamo.
Apogeo Art andava online con un sito nuovo, più fresco di immagine ma soprattutto più stabile, e qualche altro lavoro si affacciava con una certa costanza confortante.
Per finire questa panoramica delle mie aspettative personali la stagione Turistica iniziava ad animarsi, iniziavano ad arrivare le prime timide prenotazioni del mio appartamento qui sul lago di Como.
Le cose cambiano
Tutti questi indizi per me non erano altro che una bella premessa per il futuro, premessa che si sgretolava presto, sì perché già un mese prima del finire del 2019 si parlava di un Virus mortale in Cina, a Novembre/Dicembre per noi sembrava un fatto lontano lontano.
Purtroppo però Il Covid-19 o Coronavirus si stava diffondendo nel mondo, silenzioso e letale, un Virus che si manifesta con sintomi simili all’influenza, pare che in una percentuale bassa tipo il 2% dei casi chi lo contrae può morire, ma ancora se ne sapeva e se ne sa poco.
La Cina nel Natale 2019 mostrava scene di quarantena, gente chiusa in casa o che usciva con mascherine mediche sulla faccia, ma ripeto, sembrava un pericolo così lontano e irreale per noi, purtroppo non era così perché a Gennaio il virus infine arrivava anche in Italia.
La zona Rossa
Il 23 Febbraio, il giorno del mio compleanno, mi svegliavo con una bella notizia, “zona rossa di quarantena su Milano, dopo che era già stata isolata Codogno”. Il virus si stava espandendo e gli ospedali erano in crisi di posti letto per curare i contagiati gravi.
L’iter del virus partiva come un’influenza, ma i soggetti più deboli o con altre patologie erano più a rischio perché da influenza si poteva trasformare in polmonite con grave insufficienza respiratoria, i morti iniziavano a contarsi sempre più numerosi.
Di lì a pochi giorni la zona rossa veniva estesa su tutta la Lombardia e l’11 Marzo il mondo annunciava che era pandemia, il Virus colpiva nazioni e stati senza guardare in faccia nessun confine, religione o razza.
“Il mondo si rintanava in casa nella speranza di contenere il contagio”
Disagi da Covid19
È passato del tempo e nel momento in cui scrivo queste righe sta scoccando la mezzanotte del 20 Aprile 2020.
Molte categorie continuano e hanno continuato a lavorare, infermieri, medici e personale ospedaliero per esempio, i nuovi eroi di questo momento, che si sacrificano in ospedale giorno e notte curando ed esponendosi al contagio.
Ci sono altre categorie che lavorano dai trasportatori a tutta la catena alimentare, ma sono molte di più le categorie ferme, molti hanno adottato lo smart working qualcuno ha imparato a lavorare da casa.
Nonostante io fossi abituato da anni a lavorare con il computer da casa e mi fossi organizzato una certa routine, ogni giorno la situazione mi costringe a ribaltare i miei programmi, si è fatto più complicato, poi il lavoro è collassato del tutto.
Bisogna fare anche i conti con la scuola, i bambini seguono le lezioni online, e trovare una dimensione famigliare per gestire tutte queste novità è stato complicato per tutti, per alcuni ancora di più.
Siamo passati da fasi diverse, da: “ok sto a casa e mi risparmio dello stress magari mi riposo un pò di più”, a “cazzo però altro che rilassarmi è peggio che andare a lavorare”. Poi la frenesia di scovare notizie confortanti che ti diano speranza, e che dire della nausea da stronzate social!
Andiamo avanti
Ecco come stanno le cose caro diario, ho sentito la necessità di liberarmi un pò la mente, per condividere con te pensieri e parole che si affollano nel mitote, pensieri che si ripetono in discorsi fatti al cellulare o via chat, con amici e parenti. L’unico momento di vicinanza lontananza extra familiare che possiamo concederci.
C’è un grande dilemma però che affolla i fruscii della mia mente, una grande domanda.
I più si chiedono quando potranno uscire e tornare alla vita di prima, penso che molti guardando il calendario pensino di poter andare in vacanza come hanno sempre fatto, andare a lavorare e immergersi nella loro routine precedente alla quale erano tanto abituati, sono ossessionati dall’uscire, ma per andare dove?
Io continuo a chiedermi:
Come sarà il dopo e quando arriverà?
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